I BRICS+ CONSOLIDERANNO LA DISCESA DEL DOLLARO
L’accordo tra le Banche Centrali di Russia e Iran, firmato formalmente il 29 gennaio, che collega i loro sistemi di trasferimento interbancario, cambia le carte in tavola sotto più punti di vista.
Tecnicamente, d’ora in poi 52 banche iraniane che già utilizzano il SEPAM, il sistema di telecomunicazione interbancario iraniano, si collegheranno con 106 banche che utilizzano lo SPFS, l’equivalente russo del sistema di messaggistica bancaria occidentale SWIFT
Oltre a Russia e Iran, anche Russia e Cina stanno cercando da anni di interfacciare i loro sistemi di messaggistica bancaria. Il CBIBPS (Cross-Border Inter-Bank Payments System) cinese è considerato di prim’ordine. Il problema è che Washington ha minacciato direttamente di espellere le banche cinesi da SWIFT se si interconnettono con le banche russe.
Il successo di SEPAM-SPFS potrebbe consentire a Pechino di rischiare il tutto per tutto – soprattutto ora, dopo la durissima guerra dei semiconduttori e la grottesca farsa del palloncino. In termini di sovranità, è chiaro che la Cina non accetterà restrizioni da parte degli Stati Uniti su come muovere i propri fondi.
Parallelamente, i BRICS nel 2023 approfondiranno lo sviluppo di un sistema di pagamenti finanziari reciproci e di una propria valuta di riserva. Ci sono non meno di 13 candidati confermati che desiderano entrare a far parte dei BRICS+, comprese le medie potenze asiatiche come Iran, Arabia Saudita e Indonesia.
Tutti gli occhi saranno puntati sul fatto se – e come – gli Stati Uniti, indebitati per oltre 30 trilioni di dollari, minacceranno di espellere i BRICS+ da SWIFT.
È indicativo ricordare che il rapporto debito/PIL della Russia è solo del 17%. Quello della Cina è del 77%. Gli attuali BRICS senza la Russia sono al 78%. I BRICS+, compresa la Russia, potrebbero avere una media del 55%. Una forte produttività in futuro verrà da un BRICS+ sostenuto da una valuta basata sull’oro e/o sulle materie prime e da un sistema di pagamento diverso che escluda il dollaro USA. Una forte produttività non verrà di certo dall’Occidente collettivo, le cui economie stanno entrando in un periodo di recessione.
In mezzo a tanti sviluppi intrecciati e a tante sfide, una cosa è certa. L’accordo SEPAM-SPFS tra Russia e Iran potrebbe essere solo il primo segnale del movimento delle placche tettoniche nei sistemi bancari e di pagamento globali.
Benvenuti a uno, due, mille sistemi di messaggistica di pagamento. E benvenuti alla loro unificazione in una rete globale. Naturalmente ci vorrà del tempo. Ma questo treno finanziario ad alta velocità ha già lasciato la stazione.
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